Ipertrofia prostatica benigna. Nuovo trattamento minimamente invasivo: Rezum.

Rezum trattamento ipertrofia prostatica benigna

L’iperplasia prostatica benigna – BPH (o iperfrofia prostatica benigna) è una condizione urologica caratterizzata da un progressivo aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica. È una malattia dell’invecchiamento, che colpisce il 40% degli uomini sulla cinquantina e l’80% degli uomini sopra i 70 anni.

In un’ampia percentuale di pazienti con IPB, l’ingrossamento della prostata provoca l’ostruzione al deflusso della vescica (BOO), che si traduce in sintomi del tratto urinario inferiore (LUTS) che possono avere un impatto importante sulla qualità della vita.

Il trattamento dei sintomi urinari

La gestione dei sintomi urinari (LUTS) include approcci conservativi (vigile attesa e modifiche dello stile di vita), farmacoterapia e intervento chirurgico.

Purtroppo la farmacoterapia può produrre un sollievo dai sintomi insoddisfacente ed inoltre si possono verificare effetti avversi come: ipotensione posturale, astenia e ridotta funzione sessuale.

L’intervento chirurgico rimane il trattamento cardine per questo problema clinico.
Sebbene siano ora disponibili numerose opzioni, tra cui l’enucleazione della prostata con laser a olmio, l’UroLift e l’embolizzazione dell’arteria prostatica, la resezione transuretrale della prostata (TURP) è ancora il trattamento più utilizzato.

L’intervento di TURP include però un alto tasso di possibili complicanze – tra le più frequenti l’eiaculazione retrograda (65%) e la disfunzione erettile (10%) – e un tasso di ritrattamento dell’1–2% all’anno. Inoltre, richiede l’uso dell’anestesia generale o spinale e comporta una degenza media di 2 giorni.

Per migliorare questo, sono state sviluppate diverse procedure minimamente invasive con l’obiettivo di fornire strategie chirurgiche alternative alla TURP.

Rezum: in cosa consiste e come si esegue

Tra queste c’è il sistema Rezum (NxThera, Maple Grove, MN, USA), una nuova procedura ablativa, che ha guadagnato crescente attenzione da quando ha ricevuto l’approvazione della Food and Drug Administration (US FDA) degli Stati Uniti nel 2015.

Il meccanismo d’azione del sistema Rezum utilizza i principi del trasferimento di calore convettivo che sfrutta le proprietà termodinamiche dell’acqua, infatti l’energia termica è prodotta sotto forma di vapore acqueo.
Il vapore acqueo viene erogato attraverso un ago (la profondità della penetrazione dell’ago è di circa 10 mm) che viene inserito nella zona dell’adenoma prostatico e si diffonde uniformemente in tutto il tessuto bersaglio. Al contatto con i tessuti a temperatura corporea, il vapore acqueo si condensa portando alla cosiddetta necrosi cellulare istantanea, ossia alla morte cellulare della zona che vogliamo ridurre per permettere al paziente di poter urinare senza difficoltà.

I siti di iniezione sovrapposti possono essere stabiliti con applicazioni ripetute al fine di indirizzare completamente le aree di ipertrofia.

Il tempo chirurgico è esternamente breve (in media 8 minuti).

Efficacia del sistema Rezum

Studi post-intervento hanno dimostrato che il sistema Rezum è efficace nel produrre necrosi nel tessuto cellulare mirato preservando il tessuto non trattato intorno all’area, poiché l’energia termica è contenuta entro i confini zonali della prostata.

Si è valutato che la riduzione media del volume totale della prostata a 6 mesi dopo la procedura è del 28,9%.

Il primo grande vantaggio del trattamento Rezum rispetto alla tecnica chirurgica tradizionale è rappresentato dal fatto che viene eseguito prevalentemente in sedazione evitando la necessità di un’anestesia generale o locoregionale (epidurale).

Questo non è però l’unico vantaggio di questa metodica. In primo luogo, è stato dimostrato che da un sollievo sostanziale e prolungato dai sintomi disurici. I miglioramenti dei LUTS e nel flusso urinario si verificano senza arrecare danno alla funzionalità erettile ed all’eiaculazione tipicamente associata alla TURP.

Un altro vantaggio significativo è che può essere eseguito come procedura in regime di Day-Surgery o addirittura in regime ambulatoriale.

In teoria, non ci sono restrizioni anatomiche per Rezum ed attualmente i chirurghi riescono a trattare prostate con grandi volumi.

La maggior parte delle complicanze riportate negli studi sono di natura minore.

È quindi evidente che il sistema Rezum ha molti punti di forza che ne supportano l’uso. Nonostante ciò, come tutte le procedure chirurgiche, non è privo di svantaggi. Il REZUM, essendo un trattamento ablativo non basato sull’asportazione di tessuto, non ci permette di fare una diagnosi incidentale di tumore (dopo TURP abbiamo un riscontro di tumore della prostata dal 4,1-16,7%).

Si può quindi dire che la procedura Rezum è una nuova terapia minimamente invasiva per il trattamento dell’IPB. Finora, i dati degli studi disponibili indicano ottimi risultati clinici con un rischio a breve termine di complicanze minori autolimitanti. La sua applicazione ha dimostrato efficacia clinica e possiede benefici specifici che lo contraddistinguono tra gli altri trattamenti. È applicabile in ambito ambulatoriale, è efficace nel preservare la funzione sessuale ed è versatile nella sua capacità di trattare prostate con volumi considerevoli.

A cura del dottor Filippo Cianci, Specialista in Urologia della Casa di cura Città di Parma