La tiroide: organo importantissimo del nostro organismo

Tiroide

La tiroide è un organo importantissimo del nostro organismo. È situata nella parte anteriore del collo e ha una caratteristica forma di farfalla, è distesa contro e intorno alla parete anteriore della trachea. È composta da due lobi, sinistro e destro, collegati da uno stretto istmo.
Ai margini angolari della tiroide vi sono quattro ghiandole piccole chiamate paratiroidi.

Quale è il funzionamento della tiroide?

La ghiandola tiroide secerne gli ormoni tiroidei, che influenzano numerose funzioni del metabolismo, tra cui la sintesi proteica, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l’accrescimento corporeo. Gli ormoni tiroidei, triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), vengono prodotti dalla tiroide utilizzando lo iodio, elemento fondamentale per la sintesi ormonale.
La T3 è la forma attiva dell’ormone e costituisce il 20% del prodotto totale della tiroide. L’80% viene mantenuto nella forma T4, pronto ad essere convertito in T3, con un semplice processo di deiodazione, secondo le necessità dell’organismo.
È necessario un adeguato apporto di iodio con la dieta perché il tireocita (la cellula tiroidea) possa sintetizzare l’ormone tiroideo, soprattutto tiroxina (T4)
La tiroide produce anche la calcitonina, ormone che svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento del giusto livello di calcio nell’organismo.

La secrezione ormonale della tiroide è regolata dall’ormone tireostimolante (TSH) secreto dall’ipofisi, che a sua volta è regolata dall’ormone di rilascio della tireotropina (TRH) prodotta dall’ipotalamo.
Per lo stretto controllo ormonale da parte dell’ipofisi, mediante l’ormone tireotropo (TSH), quando si abbassano i livelli di ormone tiroideo, l’ipofisi produce il TSH che induce la tiroide a liberare più ormone. Quando invece l’ormone tiroideo in circolazione è troppo, l’ipofisi ‘mette a riposo’ la ghiandola tiroidea diminuendo o annullando la secrezione del TSH.

Perché è consigliato l’uso di sale iodato?

L’utilizzo di sale iodato consente di coprire il fabbisogno giornaliero fornendo 30 μg di iodio per grammo di sale. L’OMS raccomanda di mantenere il consumo giornaliero di sale sui 3-5 g per il rischio di malattie cardiovascolari.

Durante la gravidanza e l’allattamento il fabbisogno aumenta a 250-300 μg al giorno per una corretta funzione tiroidea materna e fetale, indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso centrale del feto.
Secondo le stime attuali, un neonato su 3.000 nasce con una forma di malattia tiroidea. In età adulta, le donne sono molto più soggette alle malattie tiroidee rispetto agli uomini: una donna ha il 20% di possibilità di sviluppare problemi alla tiroide nel corso della sua vita.

Quali sono le malattie che possono interessare la tiroide?

La tiroide può essere interessata da diverse malattie.  L‘ipertiroidismo si verifica quando la ghiandola produce una quantità eccessiva di ormoni tiroidei.
Al contrario, l’ipotiroidismo è una condizione in cui vi è una produzione insufficiente di ormone tiroideo. In tutto il mondo, la causa più comune dell’ipotiroidismo è la carenza di iodio.
Abbiamo poi le tiroiditi, che sono processi infiammatori della tiroide piuttosto diffusi soprattutto nella popolazione femminile; ne esistono diverse forme, ma la più comune è la tiroidite di Hashimoto, dal nome del medico che per primo ne ha documentato l’esistenza.
La malattia di Hashimito è una condizione autoimmune, è una malattia dovuta alla produzione di autoanticorpi, sostanze prodotte che aggrediscono la ghiandola tiroide.
La causa è una alterazione del sistema immunitario; è una malattia cronica.

Un’altra tiroidite è la malattia di Basedow, che è legata alla produzione di autoanticorpi, e comporta una condizione di ipertiroidismo che se non adeguatamente trattato può portare a gravi alterazioni del sistema nervoso e dell’apparato cardiovascolare.

La tiroide può poi essere interessata da noduli che nella stragrande maggioranza dei casi sono di natura benigna (solo lo 0,3 per cento dei noduli è una neoplasia maligna). In caso di noduli maligni, i carcinomi più comuni sono gli adenocarcinomi papillari o papillari-follicolari (misti) che rappresentano circa il 60 per cento dei tumori maligni della tiroide. La prognosi è eccezionalmente buona, con oltre il 90 per cento di probabilità di guarigione. Il cancro tiroideo è più diffuso tra le donne rispetto agli uomini, con un rapporto di 3,2:1 e la sua incidenza aumenta con l’età. Tra le cause, è di riconosciuta importanza l’esposizione a radiazioni ionizzanti alla regione del collo.

Altra patologia piuttosto diffusa è rappresentata dal gozzo della tiroide che si caratterizza per un aumento volumetrico della tiroide che può essere di tipo diffuso o nodulare, definendosi “uninodulare” se è presente un solo nodulo, o “multinodulare” se sono presenti più noduli. In ognuno di questi casi la funzionalità della ghiandola può essere normale, aumentata o ridotta.

Come diagnosticare una malattia tiroidea?

Per la diagnosi ed il monitoraggio delle condizioni cliniche relative a malattie della tiroide, è possibile dosare nel sangue, il T3 o meglio la forma “libera” Free T3, il T4, Free T4, il TSH, gli anticorpi anti Tireoperossidasi (o TPO) e gli anticorpi antitireoglobulina. Può essere dosata anche la tireoglobulina, glicoproteina contenente iodio, prodotta dalla tiroide.

Lo studio della ghiandola tiroidea può essere fatto agevolamente utilizzando la metodica ecografica. L’ecografia è un esame privo di rischi di tossicità ed è altamente predittivo nello studio della tiroide.
In alcuni casi di nodularità della tiroide si può utilizzare la tecnica dell’agoaspirato tiroideo, utilizzando un ago sottile per aspirare un campione di cellule della ghiandola.
Tale procedura di esame è semplice e non comporta rischi particolari.

Un esame diagnostico che rimane importante per lo studio della funzionalità della tiroide è la scintigrafia tiroidea. La scintigrafia è un esame che utilizza il mezzo radioattivo iodico, o il tecnezio in alternativa.Rappresenta un ulteriore esame a complemento della ecografia.
Può essere utilizzato per lo studio dei noduli tiroidei oppure per lo studio del gozzo iperfunzionante.

Solo una corretta diagnosi, basata sulla valutazione clinica accompagnata da ecografia ed esecuzione di esami laboratoristici, ci può consentire di impostare la terapia più corretta per il singolo caso.

A cura del dottor Antonio Cuzzoli, Specialista in Endocrinologia della Casa di cura Città di Parma