Le onde d’ urto a bassa intensità nel trattamento della disfunzione erettile

Secondo il Massachussets Male Aging study la prevalenza della disfunzione erettile nella popolazione generale è di circa il 52% e aumenta di circa il 10% per ogni decade di vita.

Le cause

La disfunzione endoteliale ne rappresenta la causa principale, ovvero l’insieme di fenomeni di invecchiamento e di progressiva riduzione di calibro e di elasticità dei vasi sanguigni, associati a fattori di rischio come il fumo, il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’obesità, la dislipidemia e più in generale la cosiddetta “Sindrome Metabolica”.

Valutazione clinico-diagnostica

La valutazione iniziale del paziente con disfunzione erettile richiede un’accurata anamnesi: da quando è comparsa, che percentuale dei rapporti riguarda, se si presenta fin dall’inizio del rapporto o se si manifesta durante (ciò che corrisponde ad un deficit rispettivamente di inizio o di mantenimento), se sussistono erezioni spontanee conservate al mattino. È necessario indagare sula presenza di disturbi concomitanti della sfera urinaria o sessuale correlati quali disturbi minzionali (urgenza, frequenza minzionale, stranguria, disuria) oppure eiaculazione precoce o ritardata, eiaculazione astenica o dolorosa.
È altresì importante indagare sulla possibile compresenza di fattori di stress psico-emotivi su base personale, lavorativa o di relazione con il partner. Possibili sintomi di ipogonadismo concomitanti vanno rilevati attraverso questionari specifici o tramite un’anamnesi accurata (calo della libido primitivo, disturbi del ritmo sonno-veglia, perdita di massa magra, calo della performance fisica in generale vanno completati effettuando un dosaggio di componenti ematochimici come Testosterone totale al mattino, profilo lipidico e glicemico a digiuno).
Possono essere somministrati i questionari IIEF allo scopo di quantificare il problema clinico e di valutare i risultati di un’eventuale terapia.
Chiedere al paziente che esami assume è altrettanto importante in quanto una buona quota degli anti-ipertensivi comuni come anche l’uso continuativo di farmaci diuretici tiazidici possono interferire con i meccanismi fisiologici dell’erezione.
Fondamentale nella diagnostica del deficit erettile è l’ecografia peniena con Doppler sia statico che dinamico che considera come parametri la velocità di picco sistolico arterioso superficiale e profondo delle arterie peniene sia a riposo sia dopo stimolazione farmacologica con prostaglandine.
Ove questi parametri risultino alterati è possibile diagnosticare una disfunzione erettile su base vascolare.

Terapia

Oltre all’uso dei farmaci attualmente in commercio che hanno un’azione sintomatica ed agiscono a livello del meccanismo di erezione potenziandolo grazie al rilascio locale di ossido nitrico, si è venuta affermando l’applicazione delle Onde d’Urto a bassa intensità. Gli effetti neoangiogenetici delle  onde d’ urto sono noti da tempo.
Si ritiene che le onde d’urto inducano uno stress localizzato (forza tangenziale) che colpisce la parete delle cellule endoteliali,che innesca una catena di eventi che provoca il rilascio di fattori angiogenetici: incremento di ossido nitrico, aumento del fattore di crescita piastrinico e del fattore di crescita vas oltre endoteliale, inoltre causano iperpolarizzazione delle membrane cellulari, sintesi non enzimatica di ossido nitrico ed induzione di formazione di fibre da stress e giunzioni intercellulari.

Quando sono indicate le onde d’urto

Le indicazioni all’uso delle Onde d’urto a bassa intensità nel trattamento della disfunzione erettile sono le seguenti:

  • Prevenzione nei pazienti con segni iniziali di disfunzione erettile per evitare peggioramento o necessità di ricorrere all’uso di farmaci.
  • Nei pazienti che assumono già farmaci PDE-5 inibitori, per ridurre il dosaggio o sospendere la terapia farmacologica.
  • Nei pazienti impossibilitati ad assumere farmaci PDE-5 o che ricorrono già alle prostaglandine per via iniettiva.
  • Pazienti sottoposti a prostatectomia radicale,mono o bilaterale, dove si sono dimostrate efficaci nell’accelerare il recupero funzionale in termini di erezione, associati alla riabilitazione farmacologica.

Le maggiori evidenze scientifiche si basano su protocolli di trattamento di 4 sedute a cadenza settimanale.
Alla fine del trattamento si può procedere ad una prima rivalutazione clinica e strumentale.
Risultati clinici soddisfacenti si ottengono in pazienti con deficit iniziale anche con cicli brevi.
Mentre in pazienti con presenza di altre patologie o con deficit più marcati la risposta funzionale può richiedere più cicli di trattamento. In entrambe i casi i risultati conseguiti si possono mantenere per circa 30 mesi dal termine del trattamento.

A cura del dottor Alberto Ape, Specialista in Fisiatria e Specialista nel Trattamento con onde d’urto della Casa di cura Città di Parma e del dottor Carlo Cantoni, Specialista in Urologia della Casa di cura Città di Parma.