La tecnica miniinvasiva percutanea nella correzione dell’alluce valgo e delle deformità del piede

tecnica percutanea alluce valgo Città di Parma

La tecnica percutanea è una tecnica chirurgica che, grazie alla sua scarsa invasività, si è affermata sempre più in campo ortopedico nell’ambito della chirurgia del piede.
Inventata negli anni ’90 da Stephen Isham, fondatore dell’Academy of Ambulatory Foot and Ankle surgery, e denominata “M.I.S. (Mini Invasive Surgery), è stata portata in Europa dallo spagnolo Mariano De Prado e quindi sviluppata in particolare dal GRECMIP (Gruppo Ricerche Europeo Chirurgia Mini-invasiva Piede) e dal GRISMIP (Gruppo Ricerche e Sviluppo Mini Invasiva Piede).

QUANDO PUO’ ESSERE INDICATA?
Tale metodica permette la correzione dell’alluce valgo, di tutte le deformità dell’avampiede (dito a martello, metatarsalgie, deformita’ del 5° dito) e di molte altre patologie del piede (sperone calcaneare, etc.) mediante l’uso di piccole frese, simili a quelle odontoiatriche, che attraverso un forellino della cute raggiungono l’osso consentendo resezioni scheletriche ed osteotomie di riallineamento, di solito sotto controllo radioscopico.
Quindi, anche se spesso viene detta “tecnica laser”, non è vero che venga usato il laser (è una credenza popolare!), bensì delle fresine larghe appena 1-2 millimetri.

Svariati e importanti sono i vantaggi per il paziente:

  1. l’intervento si effettua in anestesia loco-regionale con sedazione superficiale
  2. contrariamente alla chirurgia aperta, non viene usato il laccio emostatico alla coscia o alla caviglia; ciò riduce l’edema post-operatorio ed il pericolo di tromboflebiti
  3. l’assenza di incisioni chirurgiche visibili, oltre all’implicita valenza estetica, elimina di fatto il pericolo di deiscenze cutanee (cioè che la cicatrice non si chiuda per tempo)
    La minima superficie di cute incisa (1-2 mm.) contribuisce inoltre a diminuire il dolore, dato che la cute è una struttura anatomica molto algogena
  4. il mancato uso di mezzi di sintesi metallici evita possibili intolleranze meccaniche o allergiche, riduce il rischio infettivo in tale sede, rende il piede “calzabile” più precocemente ed elimina la procedura di rimozione dei chiodi
  5. la ripresa della deambulazione è immediata; subito dopo l’intervento il paziente cammina con apposita calzatura; il carico immediato riattiva la circolazione e riduce ulteriormente il rischio di tromboflebiti, accelera in maniera drastica il recupero funzionale e facilita la mobilizzazione delle dita operate.

L’insieme dei succitati vantaggi della tecnica miniinvasiva la rende particolarmente gradita ai pazienti. Va detto comunque che le tecniche tradizionali a cielo aperto continuano ad avere una loro validità e sono preferibili in particolari casi, poiché le tecniche percutanee non possono e non devono essere utilizzate indifferentemente in tutte le patologie e in tutti i pazienti. E’ quindi fondamentale che il chirurgo opti per la metodica più indicata per il singolo caso.

A cura del
Dott. Pio Maria De Pasquali, Specialista in Chirurgia del piede della Casa di cura Città di Parma

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