Foraminotomia cervicale posteriore

Foraminotomia cervicale posteriore

La Foraminotomia cervicale posteriore trova applicazione in particolare in due ambiti di patologia, la Spondilosi cervicale e l’Ernia discale cervicale

L’approccio cervicale posteriore per la decompressione di una radice del midollo spinale è stato ideato ed applicato verso la metà del secolo scorso. Contemporaneamente, ha iniziato a diffondersi la procedura anteriore, attraverso le strutture del collo, con finalità di trattamento delle patologie compressive midollari e radicolari.

Dopo l’introduzione del microscopio operatorio e dello strumentario per microchirurgia spinale, l’approccio posteriore è stato ampiamente rivalutato ed oggi occupa un posto importante nella chirurgia della colonna cervicale.
Si distinguono in generale due ambiti di patologia in cui questa procedura ha un ruolo rilevante.

a. Spondilosi cervicale

La compressione di una radice cervicale nel forame neurale è una causa frequente di radicolopatia.
La compressione può verificarsi secondariamente alla spondilosi. In questo caso l’approccio posteriore per la decompressione di un forame cervicale è un metodo molto diretto per alleviare la sofferenza radicolare.

Le indicazioni sono rappresentate da:

  1. Stenosi foraminale con sintomi e segni di sofferenza radicolare che si correlano ai reperti TAC o RM
  2. Sintomi refrattari al trattamento conservativo
  3. Assenza di mielopatia.

Le controindicazioni sono:

  1. Segni o sintomi di sofferenza midollare cervicale.
  2. Infezione cutanea locale.
  3. Sintomi con correlabili con la TAC o la RM.

La foraminotomia cervicale posteriore non destabilizza lo spazio discale; non richiede l’artrodesi intersomatica; evita i rischi dell’approccio anteriore (lesione dell’arteria carotidea; lesione dell’esofago; lesione del nervo laringeo ricorrente; raucedine).

Gli svantaggi di tale metodica sono rappresentati dalla dissezione muscolare, possibile causa di dolore cervicale post-operatorio e dall’impossibilità a trattare una lesione patologica posta centralmente nel canale spinale.

L’intervento avviene in anestesia generale, con paziente prono sul tavolo operatorio. Si esegue una breve incisione cervicale posteriore centrata sulla sede lesionale, seguita dalla dissezione muscolare, fino ad evidenziare due emilamine ed il massiccio articolare. Con l’impiego del microscopio operatorio, di una fresa e di strumenti per microchirurgia si esegue l’apertura del forame (fig. 1).

Ottenuta un’adeguata visualizzazione e decompressione radicolare, l’incisione chirurgica viene chiusa per piani anatomici.
Dopo l’intervento, il paziente porta un collare cervicale per circa dieci giorni e può rapidamente riprendere le proprie attività.

b. Ernia discale cervicale

Per poter effettuare questo tipo di intervento l’ernia deve essere in posizione laterale, senza alcuna compressione del midollo spinale.
Effettuata la foraminotomia, si deve in questa caso esplorare l’area interno alla radice. Si retrae con molta delicatezza la radice (figura 2), evidenziando l’ernia discale, che viene rimossa con micropinzette.

Attualmente, accanto all’approccio chirurgico “aperto” sopradescritto, si è affiancata una procedura operatoria mini-invasiva basata sull’impiego di un sistema di dilatatori progressivi che consentono il posizionamento finale di un retrattore tubulare che permette l’accesso o a strumenti di endoscopia o microstrumenti associati all’uso del microscopio operatorio tradizionale.

Il vantaggio è rappresentato essenzialmente dal risparmio della dissezione muscolare (i vari piani muscolari vengono divaricati progressivamente senza sezione delle loro inserzioni sulle apofisi spinose cervicali) che comporta una minore cicatrice post-chirurgica , con minor dolore. Le casistiche sono ancora relativamente poche e non confrontabili con quelle dell’approccio “classico”.
I risultati, relativamente al miglioramento dei segni e sintomi radicolari, sono comunque sovrapponibili.

A cura di
Dott. Ciro Miranda, Specialista in Neurochirurgia della Casa di cura Città di Parma

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